Sono in una fase tremenda della mia vita, dove i giorni si riempiono di attese che non posso accelerare e la gente passa e spassa come treni -e come tale spesso è in ritardo.
Ho incontrato dopo circa un anno la persona con cui avevo un intenso rapporto di lontananza fatto di messaggi lunghi pagine e pagine, lettere profumate, chiamate notturne fino all'alba e speranze nel cassetto. Abbiamo vissuto 4 giorni stupendi, dove lui ha potuto scrutarmi in tutte le angolazioni possibili con il cuore arreso e le mani in alto. Ha persino visto i miei capelli blu che dopo il mare sono diventati giallo sabbia sfumati di lilla (per nulla belli) e mi ha stretto a sé lo stesso, coccolandomi in ogni occasione.
Ieri è stato il giorno in cui è andato via, portandosi dietro le mie speranze tramite i baci che ha dato alle mie lacrime prima che salisse sul vagone. Avevo tanta vergogna nel mostrarmi così insicura e fragile, completamente indifesa.
"Ti chiamo" ha detto dal finestrino, mentre ricacciavo le lacrime indietro, ma appena il treno è partito sono corsa via in lacrime conscia del fatto che non sapevo quando avrei potuto rivederlo.
E' passato un giorno e ancora aspetto la sua chiamata. Vorrei tanto togliermi i ricordi di questi giorni che ho addosso ma ho paura del freddo.
Scusate l'infinita tristezza.
Non ti conosco ma vorrei tanto abbracciarti. Conosco la sensazione. Ci si sente esattamente come Stitch. Quanto li si odiano, a volte, quei treni che partono.
RispondiEliminaGli abbracci possono salvare il mondo, o almeno le persone. Non è umano lasciare qualcuno in attesa...
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